Per un gruppo di attivisti
della rete che si batte contro l’accordo di libero scambio tra Europa e Stati
Uniti, il TTIP è il cane da guardia delle multinazionali. L’installazione, del
gruppo anti trattato, è stata messa in piedi all’esterno del Parlamento
europeo, nel giorno in cui si sarebbe dovuto votare la sua posizione sul
trattato, ma che è stato rimandato a causa dei troppi emendamenti ricevuti.
L’emendamento socialista
sull’Isds, ossia l’arbitrato tra investitori e Stato, clausola contro la quale
i critici del TTIP si stanno battendo duramente, ha mandato nella più totale
confusione i due principali gruppi del Parlamento europeo, il Ppe e il S&D.
Infatti, l’emendamento presentato da
Bernd Lange, propone «una soluzione permanente per la risoluzione delle
controversie tra investitori e Stati, senza utilizzare il sistema privato di
risoluzione delle controversie tra investitore e Stato (Isds), che sia soggetta
ai principi e al controllo democratici».
L’emendamento proposto stava
guadagnando ampi consensi anche tra il gruppo dei popolari, così da creare una
spaccatura sia all’interno del gruppo socialista che nel gruppo popolare,
mettendo a rischio la possibilità di far
approvare la relazione nel suo insieme.
Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, presente in Parlamento
ha tuonato dicendo che «ad alcune persone la democrazia piace solo quando sono
sicure di vincere, poi quando i risultati del voto sono diversi da quelli
previsti la democrazia non piace più l’utilizzo e si usano espedienti tecnici
per rimandare il voto, ma si tratta solo di un trucco».
Dopo il rinvio di questo voto, i sostenitori del TTIP al
Parlamento hanno capito di non avere più la maggioranza per approvarne le linee
guida e che la mobilitazione di questi giorni di cittadini e di movimenti ha
giocato un ruolo fondamentale nell’accentuare ancora maggiormente le
divergenze.